Epitrocleite – dolore mediale di gomito

Ecco una guida per il fisioterapista su valutazione e trattamento dell'epitrocleite, o dolore mediale di gomito.

L’epitrocleite, comunemente chiamata gomito del golfista, è una tendinopatia del tendine flessore-pronatore comune del gomito causata da sovraccarico e/o overuse1. Altri nomi comuni sono dolore mediale di gomito, epicondilalgia mediale o gomito del lanciatore.

epitrocleite

L’epicondilite mediale è tipicamente caratterizzata da una serie di segni e sintomi tra cui1,2 dolore localizzato a livello mediale del gomito con possibile irradiazione fino a all’avambraccio nella sua componente ulnare e a volte fino alle dita; rigidità generalizzata o associata a movimenti specifici (es. gesto del pugno) e formicolio tipicamente a livello delle ultime due dita (occasionale).

Questa patologia non ha una prevalenza molto alta, infatti si stima che colpisca una percentuale che si aggira tra lo 0,3% e l’1,3% della popolazione generale, e tra il 3.8% al 8.2% in setting occupazionali2,3. È molto mento frequente rispetto all’epicondilalgia laterale (prevalenza compresa tra l’1,1% e il 4,0% nella popolazione generale3), ma sono tra loro associate nel 10-20% dei casi2.

Per questo motivo è quindi necessario effettuare un adeguata valutazione e un esame obbiettivo atti a individuare la problematica principale ed escludere altre patologie concomitanti così da intraprendere il miglior percorso terapeutico e un buon risultato clinico.


Epitrocleite: tipologia di paziente

Le persone che si presentano con una epicondilite mediale hanno un range di età che può variare dai 12 agli 80 anni, nonostante la sindrome sia stata identificata come predominante tra la quarta e la sesta decade d’età4.

Da un lato possiamo trovare soggetti sportivi che praticano attività che producono un alto carico a livello del gomito e che richiedono un’alta capacità di carico dell’articolazione tra cui: baseball, softball, football americano, tennis, giavellotto, golf e sollevamento pesi. Dall’altro possiamo invece trovare soggetti lavoratori che durante la giornata svolgono attività che richiedono prese di forza o movimenti ripetuti a livello di avambraccio, polso e mano, o che riferiscono una lunga esposizione a strumenti vibranti2,3,5,6.


Epitrocleite: Patofisiologia

Attualmente la patofisiologia del danno non è stata precisamente definita. Le prime descrizioni ipotizzavano un processo infiammatorio che coinvolge la borsa omerale radiale, il periostio, la sinovia e il legamento anulare1. Successivi studi hanno invece rivelato che la normale architettura del collagene viene interrotta da una risposta fibroblastica e vascolare immature, processi riparativi incompleti, accompagnati da una scarsa risposta infiammatoria sia acuta che cronica1. Oggi è generalmente accettata la presenta di microlesioni caratterizzate da degenerazione angiofibroblastica del tendine con o senza calcificazione e con assente o incompleta risposta neurovascolare4.

La muscolatura interessata è quella facente parte del tendine flessore-pronatore comune, che convoglia cinque muscoli: pronatore rotondo, flessore radiale del carpo, palmare lungo, flessore ulnare del carpo e flessore superficiale delle dita. Recenti studi su cadavere però escludono l’implicazione del palmare lungo da questa patologia2.


Diagnosi differenziale

L’epicondilalgia mediale di gomito entra in diagnosi differenziale con numerose patologie2,4,7,9:

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Inoltre, è stato visto come più dell’84% dei pazienti occupazionali hanno disordini muscoloscheletrici concomitanti correlati al setting occupazionale da valutare ed escludere e tra questi: sindrome del tunnel carpale, epicondilalgia laterale e tendinopatia della cuffia dei rotatori.  Dall’altra faccia della medaglia, gli atleti dovrebbero essere valutati per un’instabilità secondaria a trauma o danno indiretto del legamento collaterale ulnare del gomito2.


Elementi anamnestici

Nel momento del colloquio iniziale conoscitivo con il paziente, possono essere presenti degli elementi anamnestici tipici del dolore mediale di gomito come2,6,8,10:

  • presenza di sintomatologia a esordio insidioso con persistenza nonostante il riposo;
  • svolgimento di attività sportive che producono un alto carico a livello del gomito come baseball, softball, football americano, golf, tennis, weightlifting, bowling;
  • svolgimento di lavori che prevendono l’utilizzo di prese di forza ripetute o un carico maggiore di 5-20 kg e/o esposizione a forze vibranti costanti;
  • peggioramento dei sintomi durante lo svolgimento di attività di vita quotidiana che prevedono la flessione di polso (es. aprire una porta);
  • peggioramento dei sintomi durante l’attività sportiva, soprattutto se questa prevede lanci overhead; il peggioramento in questo caso viene particolarmente riferito nella fase elastica di lancio (late coking) e accelerazione.

Atri elementi correlati che aumentano il rischio di incorrere in questa patologia sono3:

  • età compresa tra 40 e 60 anni;
  • diabete di tipo 2;
  • fumo di sigaretta;
  • alto BMI e circonferenza della vita soprattutto nelle donne;
  • esposizione a fattori psicosociali causa di stress e/o depressione (es. basso supporto lavorativo).

Esame obiettivo e valutazione

In seguito alla valutazione anamnestica è fondamentale, oltre che a un’analisi dell’articolazione interessata, anche un focus sull’intera catena cinetica superiore e in particolare sulla spalla. Spesso, infortuni da overuse possono derivare da disfunzioni a livello delle varie articolazioni che la compongono, tra cui soprattutto la scapolo-omerale e scapolo-toracica.

La diagnosi di epicondilalgia mediale è essenzialmente clinica e le radiografie sono tipicamente negative a meno che la cronicità della condizione abbia creato modificazioni al periostio del condilo affetto8.

All’esame obiettivo è importante valutare:

  • gonfiore, calore e sensibilità a livello del tendine comune flessore pronatore e sui ventri muscolari dei muscoli che lo compongono;
  • ROM passivo e dolore attraverso test passivi che includono supinazione ed estensione di polso a gomito esteso (il ROM non viene intaccato nella fase iniziali della patologia);
  • ROM attivo ed eventuale dolore durante il movimento;
  • forza muscolare tramite test attivi e resistiti.

In seguito è opportuno utilizzare test specifici come il Golfer’s Elbow Test e, dato che l’epicondilalgia mediale è spesso associata o coesistente con l’epicondilalgia laterale, è bene utilizzare test opportuni per fare diagnosi differenziale come il Cozen’s Test, Mill’s Test e Kaplan’s Test2,11.

epitrocleite: test
Golfer’s Elbow Test.

Infine, possono essere usate differenti scale di misure di outcome per una valutazione pre e post trattamento, tra cui:


Trattamento

Non esistono attualmente linee guida nella scelta del trattamento del dolore mediale di gomito. È comunque preferibile utilizzare un approccio conservativo in prima linea, mirato al miglioramento della sintomatologia e della funzionalità dell’articolazione al fine di accrescere la qualità della vita e il ritorno all’esecuzione delle attività limitate dal dolore.

Epitrocleite: trattamento conservativo

L’approccio non chirurgico in una prima fase punta al miglioramento della sintomatologia infiammatoria: dolore, rossore, calore e gonfiore. Pertanto, è utile l’utilizzo del protocolloP.E.A.C.E. and L.O.V.E.” e, in caso di necessità, l’utilizzo di FANS.

Solo in un secondo momento, quando migliora la sintomatologia infiammatoria, è importante incentrare il programma riabilitativo sull’incremento del ROM articolare senza dolore e sul recupero della forza. A tal proposito, è consigliato l’utilizzo di mobilizzazione, stretching ed esercizi di rinforzo inizialmente utilizzando contrazioni isometriche da sole ed inserendo progressivamente contrazioni concentriche ed eccentriche.

Uno studio di Hooglviet P. et. al del 201312 mostra la presenza di evidenze sul miglioramento della sintomatologia dolorifica usando stretching e rinforzo muscolare piuttosto che ultrasuono terapia e massaggio sia nel breve che nel lungo termine. Per quanto riguarda gli esercizi, in termini di forza misurata con il grip strength test non ci sono differenze statisticamente significative tra esercizi che usano contrazione concentrica ed eccentrica.

Infine, ci sono evidenze contrastanti sull’utilizzo di manipolazioni spinali cervicali e toraciche da sole, che però risultano efficaci nel miglioramento della sintomatologia dolorifica, se associate a un trattamento specifico in loco. Lo studio però presenta alcuni limiti e le evidenze sono di grado moderato o basso.

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Infine, l’ultimo passo è quello di educare la persona al ritorno alle proprie attività di vita quotidiana, lavorativa e sportiva.

Altre tipologie di trattamento utilizzate possono essere:

  • onde d’urto nelle prime 6 settimane – può essere un utile intervento ma porta a risultati inferiori rispetto alle iniezioni steroidee13;
  • iniezioni steroidee – sembrano avere effetto nella riduzione del dolore a breve termine, ma possono portare a una maggiore debolezza del tendine flessore-pronatore comune, causare un’atrofia del tessuto adiposo sottocutaneo ed esacerbare la sintomatologia general[14;
  • altre tipologie di iniezioni – nel tempo, sono state provate nuove tipologie di iniezioni, tra cui iniezioni di sangue autologo, di tossina botulinica, di plasma ricco di piastrine e la proloterapia[A1]; quest’ultima e la tossina botulinica A sembrano avere risultati inferiori rispetto alle iniezioni steroidee;
  • l’iniezione di sangue autologo associata a dry-needling e l’utilizzo di sangue ricco di piastrine sembrano essere efficaci nella riduzione del dolore valutato con la scala VAS, ma le evidenze, nonostante siano incoraggianti, non sono ancora certe14.
epitrocleite: onde d'urto
Onde d’urto

Epitrocleite: trattamento chirurgico

L’intervento chirurgico è generalmente un intervento di seconda linea che viene preso in considerazione dopo il fallimento del trattamento conservativo, solitamente non prima di 6 mesi.

Esistono varie tipologie di intervento che dipendono dalla gravità della patologia e dall’interessamento di altre strutture circostanti. Indipendentemente dalla precisa metodologia chirurgica, tutti gli interventi prevedono un’incisione più o meno grande a livello dell’epicondilo mediale con esposizione dell’epicondilo e resezione del tessuto angiofibroblastico e/o necrotico15.

Una delle ultime tecniche chirurgiche utilizzate è la tenotomia percutanea eco-guidata: è una tecnica mininvasiva in cui tramite la guida di un ecografo viene utilizzato uno strumento che produce oscillazioni ad alta frequenza e bassa ampiezza che traghettano le aree necrotiche ed angiofibroblastiche (aree ipo-ecogene all’ecografo). L’intervento sembra essere molto efficace nella rimozione di tali tessuti con un successo stimato tra il 95% e 100% all’ecografo.

In seguito all’intervento chirurgico è comunque importante effettuare una fase di gestione post-operatoria che preveda il trattamento della cicatrice, del dolore, il miglioramento del ROM articolare e della forza, monitoraggio per evitare problematiche secondarie ed educazione alle attività di vita quotidiana.

Il management post-operatorio prevede che dopo circa 7-10 giorni dall’intervento, gli splint e in punti di sutura vengano rimossi. A questo punto è possibili iniziare con esercizi passivi e attivi di mano, polso e gomito. Esercizi isometrici a 3-4 settimane postoperatorie, mentre a 6 settimane è possibile iniziare con esercizi più vigorosi, esercizi di forza che prevendono flessione di polso e pronazione dell’avambraccio. È poi necessario seguire un programma di rinforzo progressivo4 ed educazione del paziente alle attività.

Periodo trascorso dall’interventoInterventi riabilitativi concessi
7-10 giorni (rimozione splint e punti di sutura)esercizi attivi e passivi di mano, polso e gomito
3-4 settimaneinserire esercizi isometrici di gomito
6 settimaneeseguire programma di rinforzo progressivo
Protocollo riabilitativo tipo dopo intervento chirurgico.

Uno studio del 2019 di Faqui H. et al ha dimostrato come le Muscle Energy Technique (METs) siano efficaci nel miglioramento di dolore, ROM e funzione in pazienti con rigidità post-operatoria a livello del gomito16.


Prognosi

La prognosi del dolore mediale di gomito è favorevole. La terapia conservativa risulta efficace in una percentuale che varia dal 60% al 90% dei casi14. Infatti, molti pazienti possono tornare alle loro attività lavorative e/o sportive dopo aver completato il percorso riabilitativo e una educazione all’esecuzione di tali attività.

In caso di fallimento del trattamento conservativo ed effettuato l’intervento chirurgico, generalmente una persona ritorna alle proprie attività dai 3 ai 6 mesi postoperatori4.


Conclusione

Il dolore mediale di gomito, o epicondilalgia mediale, nonostante non sia tra le più comuni patologie dell’arto superiore, quando presente, può indurre difficoltà o inabilità nelle attività di vita quotidiana, lavorativa e sportiva. Pertanto, è opportuno rivolgersi a un esperto del settore in grado di valutare la condizione ed indirizzare verso il corretto percorso terapeutico atto a migliorare la sintomatologia e la qualità della vita.

  • u003colu003ern tu003cliu003eKiel J, Kaiser K. Golfers Elbow [Internet]. In: StatPearls. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022 [citato 2022 lug 24]. Available from: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK519000/u003c/liu003ern tu003cliu003eAmin NH, Kumar NS, Schickendantz MS. u003ca href=u0022https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26001427/u0022u003eMedial Epicondylitis: Evaluation and Management. Journal of the American Academy of Orthopaedic Surgeonsu003c/au003e 2015;23(6):348–55.u003c/liu003ern tu003cliu003eShiri R, Viikari-Juntura E. u003ca href=u0022https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21663849/u0022u003eLateral and medial epicondylitis: Role of occupational factorsu003c/au003e. Best Practice u0026amp; Research Clinical Rheumatology 2011;25(1):43–57.u003c/liu003ern tu003cliu003eCiccotti MC, Schwartz MA, Ciccotti MG. u003ca href=u0022https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15474230/u0022u003eDiagnosis and treatment of medial epicondylitis of the elbowu003c/au003e. Clinics in Sports Medicine 2004;23(4):693–705.u003c/liu003ern tu003cliu003eRossy WH, Oh LS. u003ca href=u0022https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4896887/u0022u003ePitcher’s elbow: medial elbow pain in the overhead-throwing athleteu003c/au003e. Curr Rev Musculoskelet Med 2016;9(2):207–14.u003c/liu003ern tu003cliu003eShiri R, Viikari-Juntura E, Varonen H, Heliovaara M. u003ca href=u0022https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16968862/u0022u003ePrevalence and Determinants of Lateral and Medial Epicondylitis: A Population Studyu003c/au003e. American Journal of Epidemiology 2006;164(11):1065–74.u003c/liu003ern tu003cliu003eBarco R, Antuña SA. u003ca href=u0022https://www.hopkinsmedicine.org/health/conditions-and-diseases/medial-epicondylitis-golfers-and-baseball-elbow#:~:text=What%20is%20medial%20epicondylitis%3F,the%20wrist%20toward%20the%20palm.u0022u003eMedial elbow painu003c/au003e. EFORT Open Reviews 2017;2(8):362–71.u003c/liu003ern tu003cliu003eCardone DA. u003ca href=u0022https://www.aafp.org/pubs/afp/issues/2002/1201/p2097.htmlu0022u003eDiagnostic and Therapeutic Injection of the Elbow Regionu003c/au003e. 2002;66(11):4.u003c/liu003ern tu003cliu003eCardone DA. u003ca href=u0022https://www.aafp.org/pubs/afp/issues/2002/1201/p2097.htmlu0022u003eDiagnostic and Therapeutic Injection of the Elbow Regionu003c/au003e. 2002;66(11):4.u003c/liu003ern tu003cliu003eLee AT, Lee-Robinson AL. u003ca href=u0022https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23015956/u0022u003eThe Prevalence of Medial Epicondylitis Among Patients With C6 and C7 Radiculopathyu003c/au003e. Sports Health 2010;2(4):334–6.u003c/liu003ern tu003cliu003ePolkinghorn BS. u003ca href=u0022https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19674572/u0022u003eA novel method for assessing elbow pain resulting from epicondylitisu003c/au003e. Journal of Chiropractic Medicine 2002;1(3):117–21.u003c/liu003ern tu003cliu003eHoogvliet P, Randsdorp MS, Dingemanse R, Koes BW, Huisstede BMA. u003ca href=u0022https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23709519/u0022u003eDoes effectiveness of exercise therapy and mobilisation techniques offer guidance for the treatment of lateral and medial epicondylitis? A systematic reviewu003c/au003e. British Journal of Sports Medicine [Internet] 2013 [citato 2022 set 4];47(17). Available from: https://www.proquest.com/docview/1779358421/abstract/BA8F92DD06924CAAPQ/1u003c/liu003ern tu003cliu003eLee SS, Kang S, Park NK, Lee CW, Song HS, Sohn MK, et al. u003ca href=u0022https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23185733/u0022u003eEffectiveness of Initial Extracorporeal Shock Wave Therapy on the Newly Diagnosed Lateral or Medial Epicondylitisu003c/au003e. Ann Rehabil Med 2012;36(5):681–7.u003c/liu003ern tu003cliu003eKanawade V, Ghali AN, Dutta AK, Brady CI, Morrey BF. u003ca href=u0022https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35876779/u0022u003eMedial Elbow Pain Syndrome: Current Treatment Strategiesu003c/au003e. Orthopedics (Online) 2022;1–8.u003c/liu003ern tu003cliu003eArevalo A, Rao S, Willier DP, Schrock CI, Erickson BJ, Jack RA, et al. u003ca href=u0022https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35658623/u0022u003eSurgical Techniques and Clinical Outcomes for Medial Epicondylitis: A Systematic Reviewu003c/au003e. Am J Sports Med 2022;03635465221095565.u003c/liu003ern tu003cliu003eFaqih AI, Bedekar N, Shyam A, Sancheti P. u003ca href=u0022https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31156315/u0022u003eEffects of muscle energy technique on pain, range of motion and function in patients with post-surgical elbow stiffness: A randomized controlled trialu003c/au003e. Hong Kong Physiother J 2019;39(1):25–33.u003c/liu003ernu003c/olu003e