Anca a scatto

Ecco una guida per il fisioterapista sulla valutazione e gestione dell'anca a scatto

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La Sindrome dell’anca a scatto (snapping hip sindrome – SHS), o coxa – saltans,  è un disordine clinico caratterizzato da un “click” udibile o palpabile nella zona dell’anca, frequentemente associato a dolore. Quando la sensazione di scatto diventa dolorosa, la condizione è da considerarsi patologica ma può essere facilmente diagnosticata e trattata se valutata e gestita in modo appropriato.

L’incidenza è tra il 5 ed il 10% della popolazione, ed è la terza patologia dell’anca più comune nelle giovani donne. La prevalenza sembra essere leggermente superiore nelle donne rispetto agli uomini ed i soggetti tipicamente colpiti includono i ballerini di danza classica, i ginnasti, i sollevatori di pesi, i calciatori e i corridori. Ad oggi, il sesso femminile non sembra comunque essere un fattore di rischio statisticamente significativo. Uno studio trasversale su 87 ballerini di danza classica d’elite ha dimostrato che il 91% di questo campione presentava la sindrome dell’anca a scatto, e l’80% con coinvolgimento bilaterale.

Tipologia di paziente

La sindrome dell’anca a scatto si riscontra spesso negli adolescenti in crescita, negli atleti che arrivano a range di movimento estremo dell’anca o nelle persone che hanno aumentato in modo improvviso un’attività fisica. Il paziente tipicamente presenta:

  • Click udibile e/o palpabile in sede mediale o laterale dell’anca. Il paziente spesso è in grado di mostrare quando il click avviene e lo riproduce volontariamente. La riproduzione del test volontariamente è uno dei test clinici più sensibili per la diagnosi;
  • Dolore localizzato, spesso indicato dal paziente in modo preciso;
  • Difficoltà nell’entrata e/o nell’uscita dalla macchina;
  • Difficoltà nell’alzarsi da una posizione seduta;
  • Difficoltà nel trasporto di carichi pesanti:
  • Difficoltà nell’attività sportiva (in tutti gli sport che richiedono ampi movimenti dell’anca, in particolare le rotazioni). Difficoltà nel giocare a golf in caso di ESHS.

Patofisiologia

La patofisiologia è multifattoriale ed è più comunemente dovuta ad un fenomeno di overuse ma può essere causata anche da traumi o interventi chirurgici.

In letteratura si sono sempre classificati due tipi di sindrome dell’anca a scatto:

  • extra-articolare”, che a sua volta, include due varianti:
  • Interna / mediale (ISHS): il tendine dell’ileopsoas scatta sull’eminenza ileopettinea, oppure sulla testa del femore o sul piccolo trocantere, passando dalla flessione all’estensione. Spesso questa tipologia produce uno schiocco più udibile.
  • Esterna / laterale (ESHS): dovuta allo scorrimento della bendelletta ileotibile (ITB) o del tendine del grande gluteo sul grande trocantere, da posteriore ad anteriore, quando l’anca viene portata in flessione a partire dall’estensione.
  • “intra-articolare”: da attribuirsi ad un corpo libero, ad una lesione del labbro acetabolare, ad una lesione cartilaginea, ad una lesione muscolare o ad una avulsione; che sono generalmente peggiori di quelle extra-articolare poiché acute, più legate ad un trauma, più dolorose e disabilitanti.

Poiché le recenti tecniche diagnostiche sono migliorate e vi è maggior conoscenza delle patologie intra-articolari, i disturbi intra-articolari dell’anca citati, che causano sintomi meccanici, non sono più inclusi in questo gruppo, ed il termine “anca a scatto intra – articolare” è caduto in disuso. Si riscontra inoltre che il 50% dei pazienti con sindrome dell’anca a scatto extra-articolare interna presenta anche patologie intra-articolari dell’anca.

I fattori di rischio per la sindrome dell’anca a scatto interna sono simili a quelli della sindrome dell’anca a scatto esterna: i tendini si ipertrofizzano aumentando quindi l’attrito quando scivolano l’uno sull’altro o su profili ossei. La sindrome dell’anca a scatto esterna può anche essere dovuta ad una causa iatrogena, soprattutto nei soggetti la cui ITB è stata utilizzata per gli innesti. Anche l’artroplastica totale di anca, è stata specificamente collegata allo sviluppo di sindrome dell’anca a scatto esterna a causa della riduzione dell’angolo di inclinazione femorale (coxa vara). Sono citate in letteratura anche cause anatomiche idiopatiche che portano ad un rigonfiamento del grande trocantere.

Nella Figura 1 si osserva il meccanismo anatomica che facilita lo scatto.

anca a scatto interna
Figura 1A – ISHS: quando l’anca passa da una posizione di flessione, abduzione e rotazione esterna (sinistra) a estensione, adduzione, rotazione interna (destra), il tendine dell’ileopsoas passa sull’eminenza ileopettinea, un potenziale sito di ISHS.
anca a scatto esterna
Figura 1B – ESHS: la ITB, il tensore della fascia lata, il grande trocantere ed il tendine del grande gluteo possano sul grande trocantere del femore.

Diagnosi differenziale

Anche se la diagnosi della sindrome dell’anca a scatto è clinica, l’imaging ha un importante ruolo di diagnosi differenziale di altre patologie. Le radiografie in proiezione antero-posteriore della pelvi sono importanti per lo studio anatomico dell’anca: l’antiversione dell’acetabolo, una coxa vara, lo sviluppo di displasia o l’impingement femoro-acetabolare possono infatti contribuire allo scatto del tendine psoas. Non vi è invece nessun reperto radiografico tipico indicativo per la sindrome dell’anca a scatto.

Anche l’ecografia è utile, soprattutto quella dinamica, per documentare il fenomeno dello scatto così come alterazioni patologiche dei tessuti molli, ma la RMN è considerata superiore all’ecografia per la diagnosi.

In sintesi, con il processo di diagnosi differenziale si vanno ad escludere le seguenti patologie:

  • Lesioni del labbro acetabolare;
  • Borsiti del tendine del grande trocantere o del tendine dell’ileopsoas;
  • Necrosi avascolare della testa del femore;
  • Tendiniti dell’anca;
  • Corpi liberi intra-articolari;
  • Sinoviti.

Elementi anamnestici

Il paziente riferirà al colloquio:

  • Scatto palpabile e/o udibile dell’anca in una determinata zona anatomica che il paziente individua in modo preciso. Lo scatto dovuto al tendine dell’ileopsoas è tendenzialmente udibile, mentre quello ileotibiale è palpabile e visibile;
  • Possibilità di riprodurre lo scatto volontariamente;
  • Dolore nella zona dello scatto;
  • Sensazione di dislocamento oppure di blocco dell’anca;
  • Sintomi che si sviluppano e aumentano nel corso di un lungo periodo di tempo, in genere anche mesi o anni.

Esame obiettivo e valutazione

Un esame fisico approfondito aiuterà a decifrare il tipo di sindrome dell’anca a scatto e aiuterà nelle opzioni di trattamento. E’ opportuno valutare il cammino e la forza muscolare per avere un’idea della stabilità dell’anca e dell’equilibrio muscolare, il range di movimento (ROM) ed effettuare alcuni test per diagnosticare e differenziare il tipo di SHS.

La tabella seguente schematizza i test dell’esame fisico.

ESHSISHS
Test di OberThomas Test o Thomas Test modificato
FABERStinchfield test  (Figura 2)
Hula – Hoop Test Il paziente è in stazione eretta ed effettua una circonduzione e adduzione dell’anca sintomatica. Test positivo per scatto sul grande trocantere.Ileo – psoas stress test (da FAbER a EadIR) Dalla posizione supina, si effettua un movimento da flessione-abduzione-rotazione esterna a estensione-adduzione-rotazione interna. Test positivo per riproduzione dello scatto anteriore.
FABER modificato (Figura 3)   
Stinchfield test
Figura 2 – Stinchfield test. Il paziente è supino con l’anca flessa a 30°. Si chiede la flessione completa dell’anca mentre l’esaminatore applica una resistenza. Test positivo per dolore anteriore.
FABER Test modificato
Figura 3 – FABER modificato. Il test è positivo se il paziente prova discomfort nella posizione.
Esecuzione del FABER Test
Esecuzione del Thomas Test

Trattamento

Nei test dell’esame fisico per la diagnosi della sindrome dell’anca a scatto non è incluso il FADIR test poiché è usato per valutare le patologie intra-articolari. Il FABER test è meno sensibile perché può elicitare sia la SHS che sintomi intra-articolari.

La gestione conservativa è il trattamento di prima scelta per la sindrome dell’anca a scatto sintomatica poiché ha un’alta percentuale di successo con un rischio molto basso. Le opzioni terapeutiche sono molto variabili e di solito il trattamento conservativo tratta il dolore e gli altri sintomi fino a risolvere il problema. Di seguito le possibilità terapeutiche:

Approccio farmacologico e crioterapia

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere assunti per ridurre l’infiammazione causata dalla frizione tra i tendini e le strutture pelviche; l’applicazione di ghiaccio locale è utile per ridurre il dolore.

Se gli altri metodi conservativi non danno risultati, si può ricorrere ad iniezioni di anestetici e corticosteroidi nella borsa o nella guaina tendinea interessata, che forniscono buoni risultati in termini di dolore tra il 36 e il 67% dei casi.

Riposo e cambiamenti nello stile di vita

Nella fase iniziale del trattamento è cruciale il riposo e la sospensione dell’attività fisica ripetitiva, o dell’attività che causa il click sintomatico, per un breve periodo di tempo. Per mantenere la forza muscolare durante il riposo, i pazienti possono impegnarsi in attività che riducano le sollecitazioni e l’uso intenso dell’anca. Esempi pratici sono il cross-training o l’esercizio in acqua.

Educazione

L’educazione e la comunicazione tra il paziente ed il clinico sono fondamentali per aiutare i pazienti ad adattarsi ad un nuovo stile di vita.

Esercizio Terapeutico

L’allenamento neuromuscolare per il controllo eccentrico è utile ed efficace; in particolare ha un importante ruolo il rinforzo eccentrico dei glutei. Si raccomandano anche esercizi di core stability e di stabilizzazione pelvica.

Nell’immagine seguente (Figura 4) sono riportati esempi di esercizi di rinforzo muscolare:

trattamento anca a scatto
Figura 4. A partire da sinistra: camminata in affondo, leg press inclinata, twist con resistenza, abduzione  d’anca, adduzione d’anca, flessione d’anca. (Kjeldsen T, Reimer LU, Drejer SM, Hvid LG, Mechlenburg I, Dalgas U)

Chirurgia

Il trattamento chirurgico è indicato quando quello conservativo fallisce. Include diverse tecniche artroscopiche di release del tendine interessato. In  generale, nel post – operatorio il carico è concesso totale da subito, ma il supporto di canadesi è consigliato per ridurre il dolore durante la deambulazione per il primo mese. La mobilizzazione è consigliata da subito per prevenire aderenze dei tessuti e sono contro-indicati esercizi attivi contro resistenza del tendine interessato per 6 settimane.

Prognosi

Nella maggior parte dei casi la sindrome dell’anca a scatto si risolve con un trattamento conservativo. Nei casi recidivanti l’allungamento chirurgico o la tenotomia del tendine possono fornire un sollievo dei sintomi ma possono avere conseguenze negative sulla debolezza muscolare. Tutti i pazienti sottoposti a chirurgia hanno mostrato una significativa perdita di forza ma sono migliorati in un periodo di tempo che va dalle 6 alle 10 settimane. È stato segnalato un potenziale rischio di instabilità dell’anca dopo l’intervento al tendine dell’ileopsoas poiché è un importante stabilizzatore.